"Treno: canto funereo in tono di lamento. Treni si dicono pure i canti di Geremia sulla distruzione di Gerusalemme, sulle stragi e sulla cattività degli ebrei, altrimenti appellati Lamentazioni". E’ così che si presenta il sistema ferroviario italiano e regionale nelle inchieste de Il Giorno e dell’Espresso in edicola in questi giorni. Un panorama desolante che si può apprezzare, ad esempio, salendo (o, meglio, cercando di salire) sul diretto 2602 per Sondrio delle ore 18 in stazione Centrale. Su quella linea, l’anno scorso, una ragazza fu visitata da uno scorpione (le banali cimici non facevano più notizia). Quest’anno, casi analoghi non ne abbiamo sentiti, forse perché nemmeno cimici e scorpioni, quest’anno, riescono a salire sui treni, strapieni e, in compenso, sempre in ritardo e spesso guasti, come segnalato dai Comitati dei pendolari, che tengono i tempi delle principali linee. Ci vuole una svolta, anche per affrontare la questione della congestione e dell’inquinamento. Altrimenti si rischia la paralisi e che la "curva discendente" di cui parla Giorgio Dahò – uno dei più attivi tra i pendolari organizzati – ci porti davvero ai treni, nel senso delle geremiadi.

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