Sul Giornale di Paolo Berlusconi prosegue la campagna di Paolo Berlusconi perché il Comune di Monza finalmente riconosca che sulla Cascinazza di Paolo Berlusconi si può edificare. Se non fosse tutto così scontato e prevedibile, sarebbe un legal-thriller, con poco legal e molto thriller. Ieri il quotidiano della Cascinazza è tornato ad attaccare anche me, parlando di «menzogne» e «vagheggiamenti» e accusandomi di essere l’ennesimo pinocchietto di Monza, che va ad allungare la fila dei pasdaràn dell’Amministrazione Faglia. Al novero degli accusatori si aggiunge l’avvocato Santamaria (conoscevo la Madonna delle cave del Mantegna, ma mi mancava la Madonna delle Cascinazze) che, piccato per avere perso al Tar, se la prende con me, dandomi inconsapevolmente ragione. Un po’ ci tenevo, a essere accomunato agli altri pinocchietti, e la nomination non può che fare piacere. Tra tanti gatti e tante volpi, Lucignoli e Omini di Burro (quello famoso e il fratellino), devo dire che passare per Pinocchio, tutto sommato, va benissimo. E’ curioso però che chi è abituato al cemento, sia così ossessionato dal burattino in legno. Ed è curioso che, per definire gli avversari e rovesciargli addosso la potenza di fuoco del proprio house-organ, ci si affidi a un simbolo così abusato. Povero Pinocchio, lasciatelo in pace! Si avvicina Ognissanti, cercate altrove l’ispirazione! Quanto a noi, non abbiamo bisogno di favole per descrivere quello che sta succedendo. La realtà supera (in peggio, molto peggio) la fantasia.

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