Promessi Sposi, capitolo XXXIV. "Su queste notizie, il disegno di Renzo era di tentare d’entrar dalla prima porta a cui si fosse abbattuto; se ci fosse qualche intoppo, riprender le mura di fuori, finché ne trovasse un’altra di piú facile accesso. E sa il cielo quante porte s’immaginava che Milano dovesse avere. Arrivato dunque sotto le mura, si fermò a guardar d’intorno, come fa chi, non sapendo da che parte gli convenga di prendere, par che n’aspetti, e ne chieda qualche indizio da ogni cosa. Ma, a destra e a sinistra, non vedeva che due pezzi d’una strada storta; dirimpetto, un tratto di mura…". Renzo è spaesato di fronte alle mura della città. E di fronte alle mura, le mura spagnole, si sentono, al giorno d’oggi, spaesati tutti i milanesi. Soprattutto dopo l’ennesima incredibile uscita dell’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi: "Finché sono così – ha detto – le Mura Spagnole è meglio non farle vedere. Il loro stato di abbandono è di per sé uno scandalo, ma in più gli edifici retrostanti sono autentici cessi, sono peggio di quei cartelloni, che sono brutti, e delle pubblicità, più brutte ancora", dal momento che "i cartelloni occultano un doppio scandalo: le condizioni delle mura, e l’edilizia selvaggia e schifosa che sta dietro". E che un velo pietoso copra le brutture di Milano e le dichiarazioni del suo assessore.

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