Tensioni all’Accademia di Brera. Il progetto del trasferimento pressoché totale dell’Accademia alla Bovisa è al centro di una forte polemica tra la presidenza di Stefano Zecchi e il Consiglio accademico. Il ‘piano’, sostenuto dal precedente governo (e cioè dall’attuale sindaco Moratti), prevede l’insediamento dell’Accademia in una struttura ancora da realizzare nella nuova zona universitaria, dove ha già trovato sede la facoltà di Architettura. Il trasferimento, previsto inizialmente per il 2007 (!), ha incontrato l’opposizione degli insegnanti e degli studenti e le preoccupazioni del nuovo governo, che ha voluto chiarire alcuni passaggi a dir poco curiosi. Tra gli altri, ha chiesto di valutare le motivazioni per le quali l’Accademia si impegna a pagare un affitto di una struttura che non c’è ancora, anziché preoccuparsi di individuare una sede definitiva da acquistare. Gli stessi interrogativi riguardano Palazzo Citterio, che dovrebbe consentire, in Brera, un allargamento significativo della sede storica. In realtà è questione di ‘braide’, ovvero di spiazzi e di radure: ‘braida’ infatti è la parola di origine germanica che dà il nome all’Accademia e al quartiere. Da una parte uno ‘spiazzo’, quello in periferia, pronto per essere affittato ancor prima di essere edificato. Dall’altra il rischio di crearne uno nuovo, in centro, di spiazzo, e che si impoverisca la presenza culturale nel cuore di Milano, dove si amplierebbe la Pinacoteca, ma scomparirebbero gli studenti che popolano le sue strutture, spezzando un connubio difficile ma di grande importanza dal punto di vista culturale e formativo. Il Consiglio di amministrazione presieduto da Zecchi è in scadenza: farebbe bene ad evitare forzature e a lasciare a chi verrà dopo l’individuazione di una soluzione più adeguata ai problemi di spazio (e quindi di braida) dell’Accademia di Belle Arti più importante del Paese.

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