Nella riunione del Consiglio dei Ministri di ieri, il Governo Prodi ha deliberato di ricorrere alla Corte costituzionale impugnando la legge regionale urbanistica approvata all’inizio di luglio del 2006 per quanto riguarda l’articolo che riguarda Monza. Le motivazioni sollevano l’incostituzionalità dell’articolo 1 lettera h, che interviene dal punto di vista normativo su di una norma già modificata dalla stessa Regione solo un anno prima. Con l’introduzione del Piano di governo del territorio che supera l’esperienza dei Piani regolatori la Regione aveva infatti modificato completamente il regime delle salvaguardie nel 2005. Nel 2006 era tornata sull’argomento, ridefinendo le salvaguardie per i Piani regolatori, già superati e sostituiti. La norma finiva – guarda caso – con il riguardare solo Monza e l’affaire Berlusconi (Paolo), come è stato riconosciuto dallo stesso gruppo di Forza Italia in aula e come noi abbiamo più volte sostenuto, in questa e altre sedi. Il mio commento riportato dal Corriere recita: «Avevamo denunciato il carattere del tutto strumentale di una leggina ad hoc per fermare l’amministrazione monzese, una forzatura con l’evidente scopo di favorire l’edificazione di un’area di pregio ambientale». La risposta di Formigoni è la seguente: «Il nostro è invece un provvedimento che tutela il cittadino dallo strapotere di troppe burocrazie, che con i loro ritardi e le loro lungaggini violano i diritti dei cittadini stessi». Formigoni ha ragione, ma deve passare dal plurale al singolare: il suo è un provvedimento che tutela un cittadino. E non si tratta di elefantiache burocrazie, ma di Piani che un Comune legittimamente può assumere. A meno di non trovarsi nella Lombardia di Formigoni.

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