Ieri è andata in onda la trasmissione di Telereporter in cui si sono confrontati Michele Faglia, sindaco di Monza, Davide Boni, assessore all’Urbanistica della Regione Lombardia, e Paolo Berlusconi, proprietario della Cascinazza e beneficiario de facto delle recenti modifiche della legge regionale urbanistica (non da solo, vedi sotto). Faglia ha ribadito le ragioni della città, Boni le posizioni di una Regione che ha fatto dei provvedimenti ad hoc per Monza una vera e propria filosofia, Berlusconi i propri interessi e la volontà di costruire 60 palazzi 60 sull’area verde della Cascinazza. Lo schema era semplice e ognuno interpretava se stesso. Verso la fine della trasmissione, però, si è potuto apprezzare un intervento di segno politico del Berlusconi (prontamente ribattezzato il Caimanino), che si è augurato la vittoria degli oppositori a Faglia in occasione delle prossime elezioni comunali. In tutto e per tutto simile al fratello (nel modo di parlare, di gestire, di accampare pretese, di affermare cose di molto imprecise e di enumerare cifre milionarie con l’ausilio di una provvida cartellina), Berlusconi jr. ha rivelato quello che sappiamo da tempo e che spiega il motivo di tanto accanimento contro il Piano di governo del territorio del centrodestra locale. Mentre Berlusconi lanciava la sfida in televisione, i gruppi di minoranza in Consiglio comunale la raccoglievano, con l’atteggiamento ostruzionistico che ormai li contraddistingue. A buon imprenditor – potremmo dire – poche parole…

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