E’ il numero degli emendamenti che la destra monzese si appresta a presentare in Consiglio comunale per bloccare i lavori del Consiglio comunale in occasione della discussione del Piano di governo del territorio. Avevano promesso che ne avrebbero presentati più di un milione (forse pensando ai metri cubi che arriveranno in città se il PGT non verrà approvato), ma – si sa – non mantengono mai le promesse e si sono fermati (!) a 136.000. E’ facile ipotizzare che si tratti di emendamenti banalmente ostruzionistici che, al solito, come è successo con questa opposizione da quando al governo della città c’è Faglia, non contengono alcuna proposta di merito da avanzare. 136.000 pezzi di carta, da fotocopiare in decine di copie, costituiscono un piccolo disastro ambientale in se stessi (una deforestazione di proporzioni amazzoniche), ma il punto non è questo. Il punto è che adesso si capisce la strategia: da una parte, la Regione toglie le salvaguardie con una leggina puntuale come solo sa esserlo quando si tratta di favorire Berlusconi (una legge ‘postuma’ dal punto di vista politico e dedicata, per una sorta di ereditarietà delle leggi ad personam, al parente più prossimo, il fratello Paolo). Dall’altra, l’opposizione cerca di far scadere il tempo regolamentare della legislatura, per evitare che lo strumento urbanistico intervenga a salvaguardare le aree scoperte e a vanificare l’impegno della Regione. Una squadra, di più: un’associazione. Dal legislatore al costruttore, attraverso gli ostruzionisti. Che vergogna.

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