Coincidenze. Secondo Boni, assessore regionale all’urbanistica, le tre leggi contro Monza sull’urbanistica della Regione Lombardia sono solo coincidenze. Anche quella portata in aula questa mattina, che toglie due anni di salvaguardia e espone Monza – insieme alla sola Campione – alla speculazione edilizia. Una coincidenza. Un po’ come la data di oggi: 06.06.06. Una sequenza diabolica. E per di più – altra coincidenza – il 6 giugno, che a Monza è la festa di San Gerardo, compatrono della città, che, come dice la leggenda, nel XII secolo attraversò il Lambro in piena sul suo mantello per portare soccorso agli ammalati del vicino ospedale (ospedale che, a Monza, ha ancora il suo nome). Il Lambro in piena che esonda, come accade – altra coincidenza – alla Cascinazza, area di esondazione naturale del fiume, esclusa dal PAI grazie alla geniale idea di ipotizzare la costruzione di un fantomatico canale scolmatore del valore di 170 milioni di euro (che non si farà mai, ma che consentirà forse di costruire 60 palazzi sull’area di esondazione). Una coincidenza che sia proprio lungo il Lambro, come quella volta che a Teodolinda la colomba indicò, sulla sponda del limpido Lambro di allora, un posto preciso ("modo", qui) e lei rispose ("etiam", sì), da cui anche il nome Modoetia. Anche con Boni è andata nello stesso modo. Una colomba ha detto "qui" e lui ha risposto "sì". Lo sventurato rispose, potremmo dire. Ed ecco che in un baleno, grazie alla proposta di Formigoni e Boni abbiamo passato in rassegna la storia della città di Monza, proprio quella storia locale che la Lega vuole difendere, quando si tratta di sagre, e che devasta quando si tratta di urbanistica. Oggi la questione monzese era associata alla questione moschee, di cui si cerca di rendere difficoltosa la realizzazione: uno scambio hanno detto alcuni colleghi, un regalo – la Cascinazza – in cambio di un dispetto – le moschee più difficili – ha commentato il consigliere Monguzzi. Tutto in nome della reciprocità: ti faccio costruire le moschee soltanto se mi fai costruire le chiese nel tuo Paese, secondo un argomento molto frequentato. La reciprocità che i leghisti e la destra auspicano nei confronti dei Paesi islamici e che negano ai Comuni lombardi. In nome della sussidiarietà Faglia non è stato ascoltato e alle sue lettere e sollecitazioni non è stata data alcuna risposta. Quasi quasi Monza, con i suoi trecentomila abitanti previsti dal piano regolatore che la legge regionale riporta in auge, può candidarsi a diventare capoluogo di Regione. E magari a cambiarla la Regione per evitare l’ennesimo provvedimento punitivo contro il suo territorio.

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