Formigoni è molto agitato, come si evince dalla polemica con il Corriere di questa mattina. E’ talmente agitato che non rispetta le minime regole di comportamento istituzionale. Tutti si aspettavano che, una volta candidato, avrebbe lasciato agli assessori della sua Giunta, a cominciare dalla vicepresidente Beccalossi, l’incombenza di partecipare a tutte le conferenze, i meeting, i convegni e i buffet promossi dal governo regionale, per dedicarsi alla sua campagna elettorale nelle sedi più indicate, quelle messe a disposizione del suo partito. Invece Formigoni, oltre ad adottare un linguaggio sopra le righe (contro la Lega, contro i giornalisti, contro tutti quelli che trovano qualcosa da ridire sul fatto che eletto soltanto un anno fa si stia attrezzando per traslocare), continua imperterrito a interpretare tutte le funzioni di rappresentanza. A ribadire ancora una volta l’ambiguità di una scelta che andava portata alle estreme conseguenze: nessuno vietava a Formigoni di dimettersi prima delle elezioni. Del resto, la sua elezione, in quanto capolista di un partito non piccolo, è fuori discussione.

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