Ieri Messina-Juventus 2 a 2. Un risultato non eccezionale per la squadra di Capello, che sembrava già aver vinto, oltretutto, e che tracheggiava aspettando la Champions. Solo che a me non interessa. Cioè, mi dispiace che il Milan ci abbia preso due punti (e mi piace avvicinare il recupero al punticino recuperato da Berlusconi nei sondaggi grazie a ottomila partecipazioni televisive…). Ma la questione non mi impensierisce più di tanto. A me basta aver visto una cosa, all’inizio del secondo tempo. Un pallone filtrante, al limite dell’area, nell’angolo sinistro, controllato da Alex. Un leggero appoggio di esterno destro per rientrare, smarcandosi dal difensore. E, nello stesso istante in cui il pallone si fermava, uno sguardo al ‘sette’ lontano e una palombella a rientrare (e a ridiscendere, se solo questo verbo si potesse usare così) di destro per andarlo a centrare. Palla fuori, d’accordo. Ma di un soffio. A far tornare alla memoria l’Alex di dieci anni fa e i suoi gol incredibili. Un po’ come domenica scorsa, con quella punizione che il ‘sette’ lo ha trovato, condannando l’Inter nei minuti finali di una partita decisiva. C’era una volta Alessandro Del Piero. Segnava così. E lo fa ancora.

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