«Bei discorsi», «qualcosa di fumoso, opaco e dai contorni incerti», anche perché ci sono «tradizioni e principi più reali e radicati». La Lega si esprime così, in Lombardia, sull'Unità italiana, in aula, nel Consiglio regionale che si sta svolgendo al Pirellone. «Retorica» e «mezze verità», solo questo ci resta.

Dalla cons. Minetti si passa così al ricordo del premier Minghetti e del progetto regionalista dei primi anni Sessanta di due secoli fa. Un passaggio sul «debito pubblico da terzo mondo», che infatti la Lega ogni volta che può contribuisce ad incrementare. Un passaggio di Prezzolini contro la democrazia corrotta, che non si sa se la Lega rivolga agli italiani o al premier.

Solo «lo sforzo del privato» ha garantito il nostro benessere. Lo Stato unitario non ha alcun merito. Anzi, la nostra ricchezza è cresciuta «malgrado lo Stato». «Solo danni e problemi», dallo Stato, che rappresenta «il principale dei mali italiani, il padre di tutti i problemi».

Un attacco, en passant, al «multiculturalismo», per poi tornare al «federalismo» e al voto contrario in Parlamento. «Paladini del peggiore assistenzialismo di sempre», questi politici.

Nel frattempo, proprio mentre se ne discute in aula, il presidente del Consiglio comunica che i nostri uffici rimarranno aperti il 17 marzo.

Forse è il caso di rilasciare un'altra intervista alla Padania, caro segretario.

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