Tra i tanti apprezzamenti ricevuti, qualcuno – evidentemente freddo se non contrario al partito democratico – ha voluto fraintendere l’invito di Riboldi e mio per la costituzione di un circolo politico che discuta e promuova iniziative in vista di quello che avverrà tra DS e Margherita nei confronti della formazione politica unitaria più volte prefigurata nei nostri rispettivi congressi. E’ stato detto: è un’accelerazione e una fuga in avanti, in un momento nel quale è in atto una polemica politica molto delicata all’interno dell’Ulivo. Per comprendere lo spirito radicalmente costruttivo della proposta, è sufficiente leggere la lettera che abbiamo inviato.  Non si tratta della costituzione del Partito democratico hic et nunc, o di un organismo che si sostituisce alle istanze statutarie dei due partiti, ma dell’inizio di un percorso, per superare le attuali polemiche elettorali offrendo ai nostri elettori un messaggio ambizioso, né titubante né precipitoso sul nostro futuro. Per dirla con Cacciari: "Se DS e Margherita decidessero di dare vita subito al partito democratico io non sarei d’accordo. Una decisione di questo tipo non può essere presa da ristrettissime oligarchie, ma deve passare da un dibattito che investe il Paese". Proprio questo intendevamo dire.

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