Prosegue la mia personale campagna contro i bigliettini natalizi. Ringrazio tutti coloro che me li hanno inviati, ma mi chiedo: quanto costa alla collettività la corrispondenza natalizia? E le agende regalate dagli enti per cui i politici lavorano? E i pranzi e le cene di rappresentanza? E i cesti esorbitanti? Tutto, of course, a carico dei contribuenti. Secondo me, banalmente, non è il caso. Che gli auguri si facciano con parsimonia e senza etichette. Non vedo proprio perché dovrei far pervenire un messaggio natalizio a persone a cui lo manderei soltanto in funzione della mia funzione (mi si scusi il gioco di parole, per altro voluto). Almeno a Natale è il caso, credo, di essere sinceri. P.S.: segnalo un doppione che mi ha incuriosito. Sia Formigoni che Cattaneo (sottosegretario alla Presidenza) citano, nel loro bigliettino, Charles Péguy (Cattaneo lo scrive erroneamente senza accento, ma la citazione è quasi identica). Un messaggio nel messaggio nel messaggio. Quando si dice l’affiatamento… 

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