In un solo giorno il candidato sindaco della destra milanese ha dimostrato di volersi giocare la sfida senza risparmiarsi (innanzitutto, dal punto di vista economico: sui giornali si parla addirittura di un budget ‘personale’ di 10 milioni di euro) . Bisogna riconoscere che è stata una partenza perfetta dal punto di vista comunicativo, al di là del giudizio politico. Moratti è apparsa irriconoscibile, non solo per la foto un po’ giovanile, ma soprattutto perché ‘calda’ e appassionata, come non lo è mai stata forse in tutta la sua carriera politica (non certo quando si occupava, molto male per altro, del nostro povero sistema dell’istruzione pubblica). Il centrosinistra deve tenere conto di questo aspetto, perché sarà il registro di tutta la campagna elettorale della Cdl. Due le parole d’ordine: umanizzare il candidato e politicizzare la competizione contro un candidato non politico (che è già diventato il tormentone anti-Ferrante). Per questo, bisogna “scaldare” il nostro progetto, trasformare la campagna elettorale in un grande dibattito su una Milano nuova e ambiziosa, dopo anni di tecnocrazia minimalista, scegliendo temi e simboli di un cambiamento, equilibrato e tranquillo, ma significativo e chiaro nelle prospettive. Un progetto che sappia fare scelte innovative in tutta la sfera dell’amministrazione pubblica e che, soprattutto, trovi nel nostro candidato un rappresentante coraggioso. Come lo sono tutti i sindaci che in questi anni sono stati amati nelle loro città, da il londinese Ken al ‘nostro’ Veltroni.

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