Formigoni attacca ancora le opposizioni che non avrebbero compreso la sua ‘epocale’ operazione di acquisto di crediti per inquinare ai sensi del protocollo di Kyoto. Bene, il presidente non ci prenda in giro. Non ha salvato il pianeta dall’inquinamento, acquistando le quote previste dal trattato di Kyoto. Ha semplicemente acquistato crediti a fronte di emissioni di sostanze inquinanti. Un’operazione ammessa e non certo richiesta – come egli sostiene – dal protocollo internazionale. Un’operazione destinata, guarda caso, ai Paesi come la Russia, che hanno sottoscritto il trattato solo in presenza, tra le altre, di questa clausola. Il fatto che abbia pagato poco le quote dipende dalla strategia prevista dalla Banca mondiale che le offre ad un 25% del costo per avviare il mercato delle stesse. Ora, il trattato di Kyoto lo conosciamo: dice di abbassare del 6,5% entro il 2012 la quantità di anidride carbonica emessa nell’atmosfera. Questo è il punto. Formigoni con il rimboschimento della foresta partecipa a questo sforzo. Per il resto, però, e questo riguarda i cittadini che vivono in Lombardia, non ha affatto invertito la tendenza. La Lombardia si può soltanto permettere di inquinare anticipando – con questa spesa – il rischio di sanzioni economiche. Quanto all’unica azione sensata, cioè la vendita dei crediti alle aziende per investire in politiche ambientali, vigileremo che i proventi siano effettivamente utilizzati per questo scopo. Ci chiediamo da ultimo se il presidente, abituato alle operazioni spregiudicate, intenda salutare l’iniziativa della piantumazione in Amazzonia con il taglio del boschetto di via Gioia per la costruzione del nuovo palazzo della Regione. I milanesi e i lombardi ringraziano.

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