Questa sera a Reggio Emilia va in scena l’ennesimo confronto tra le forze di sinistra, a due mesi dal precedente, sullo stesso palco, nello stesso chiostro, promosso da Possibile, in cui per la prima volta tutti i soggetti si incontrarono pubblicamente. Sembra la lista di Penelope: di giorno si lavora per costruirla, di notte i giornali impaginano tutt’altro.

Per evitare di ripetermi (e per evitare di ripeterci), non la farò lunga: ecco cosa proporrò. Non sono «condizioni», non è un «ultimatum», non è un «lodo», ma un invito, da elettore, prima di tutto. È già molto tardi.

Ecco i miei suggerimenti:

Convocare finalmente l’assemblea nazionale di tutti coloro che vorranno starci, a metà novembre: ogni decisione sia presa dalle cittadine e dai cittadini, in un percorso semplice e democratico e soprattutto inclusivo. Ciò deve valere anche per le candidature, per sbloccare ciò che la maggioranza ha bloccato.

A questo proposito, presa di posizione, insieme, rispetto all’ennesima, ‘nuova’ legge elettorale, che blocca liste, candidati e anche il sistema.

Un lavoro parlamentare comune per proposte condivise nell’ambito della legge di bilancio.

Associare partecipazione a mobilitazione: promuovere «la grande impresa», nel mondo del lavoro, perché non parliamo solo tra di noi, ma con la società che lavora e che produce.

Una regia comune sulla comunicazione, in un percorso che Possibile ha già avviato e che mette a disposizione di tutti.

E, soprattutto, un confronto programmatico, per definire le linee fondamentali intorno alle quali muoverci: noi portiamo il Manifesto, nella speranza che si entri presto nel merito e nel dettaglio delle proposte, perché siano puntuali e precise, numeri e dati alla mano.

Per quanto riguarda la legge elettorale, la proposta del nuovo Nazareno è pessima.

Vorrei ribadire però un punto politico: la nostra idea è e resta indipendente dalle opportunità (supposte) elettorali. Non vorrei che uno sbarramento al 3% da un lato e la possibilità di coalizione à la carte, collegio per collegio, dall’altro, scatenassero le pulsioni latenti di chi vuole farsi la sua piccola lista dura e pura e di chi ha finalmente trovato la scusa per andare con il partito del governo, come se niente fosse e fosse stato.

La proposta di Andrea Pertici di armonizzazione dei sistemi esistenti (dopo le bocciature della Corte costituzionale) è molto chiara: chiedo che le forze della sinistra ne discutano e che valutino di presentarla insieme.

Per quanto riguarda il Rosatellum, quattro punti indispensabili per restituire il diritto di voto e la sua libertà agli italiani:

– Alzare la soglia di sbarramento al 4%.
– Introdurre le preferenze.
– Disgiungere i collegi dalle liste proporzionali.
– Evitare le coalizioni e il proliferare delle liste civetta.

Oltre alla legge elettorale, dobbiamo da subito qualificare la nostra proposta.

Per essere chiari la soglia che interessa a noi è quella del 7, i 7 euro di salario minimo per cui ci battiamo.

Che per noi è maggioritario finanziare università e ricerca, che sono la prima cosa per far ripartire l’ascensore sociale e l’economia della conoscenza, per tutte e tutti.

Che esprimiamo una preferenza per la riconversione ecologica dell’economia, ci interessa bloccare il diluvio, non le liste.

Che noi ci coalizziamo coi 12 milioni di persone che devono rinunciare o rimandare le cure per motivi economici, per tornare a un sistema sanitario pubblico e gratuito.

Per un’Italia più ricca, per tutti, non per i pochi che già lo sono.

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