Seguite il ragionamento.

Se le promesse di Renzi delle ultime ore fossero vere, saremmo certi che saranno rispettate anche dopo il referendum, a prescindere dal risultato, come si conviene a un uomo di Stato.

E anche non dovesse convenire all’uomo di Stato, facciamo notare che la maggioranza parlamentare non cambierà il 4 dicembre. Né il 5. Rimarrà la stessa. E comunque lo deciderà Renzi, che oltre a essere premier, è segretario del partito di maggioranza, coadiuvato da amici di lunga data sul versante destro (Verdini e non solo).

Se invece le promesse non fossero vere, come è capitato altre volte, non dipende dall’esito del referendum, perché in questo Parlamento non c’è alcuna maggioranza alternativa.

L’unico che potrebbe affacciarsi alla maggioranza del dopo 4 dicembre potrebbe essere Berlusconi: si tratterebbe di un ricongiungimento familiare, con i suoi ragazzi, Angelino, Beatrice, Denis, Fabrizio, Maurizio e tutti quelli che sono in prestito, ora, a Renzi. E un ritorno al Nazareno, da cui tutta questa storia è partita.

Quindi, non ci sono alibi. Si vota per la Costituzione. Per le elezioni politiche si voterà con una nuova legge elettorale. Che vuole cambiare anche Renzi, se le sue promesse sono vere. E anche se non lo fossero, andrebbe cambiata, giusto?

P.S.: per quanto riguarda le banche, pensavamo che il governo attualmente in carica avesse risolto tutto i problemi. Ricordo un premier spiegare in tv che si doveva investire in azioni Mps, che lui proprio consigliava tantissimo. Era febbraio, giusto? Ecco. Se invece non è così, sarebbe grave, ma una soluzione dovrebbe trovarla, almeno nei prossimi mesi, soprattutto il governo, che sarà sostenuto dalla stessa maggioranza. Se poi per una volta volessero ascoltare anche gli altri, senza fare propaganda, siamo qui.

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