Dall’intervista a Giorgio Napolitano del 15 aprile 2006 riportata oggi dal Fatto si capiscono molte cose. Anzi, quasi tutto. Di come il centrosinistra (sempre che si possa ancora chiamare così) in dieci anni abbia rinnegato se stesso, assunto le posizioni che contestava ferocemente, ribaltato tutti i ‘valori’ un tempo centrali e ineludibili. E pensare che con un atteggiamento diverso sarebbe passata una riforma più essenziale, meno barocca (questo invece lo disse allora Franceschini), votata dalla stragrande maggioranza dei parlamentari, anche dell’opposizione (non solo dalla maggioranza allargata che sostiene governo e riforme). Se solo avessero tutti quanti tenuto in considerazione quanto dicevano dieci anni fa…

Le parole di allora di Napolitano costituiscono uno straordinario ‘bignami’ delle ragioni del No. Qui di seguito le frasi da tenere a mente:

Non deve passare il pasticcio combinato tra Senato “federale” e Camera: provocherà una paralisi nel processo legislativo.

Gli americani considerano giovane la loro Costituzione dopo più di 200 anni…

La legge di revisione costituzionale approvata di recente, e che è sottoposta a referendum confermativo, è stata davvero un colpo di maggioranza, non c’è stato nessun dialogo, nessun confronto.

Non deve passare una eccessiva semplificazione dei poteri del Capo del Governo. Non deve passare una riduzione dei poteri del Presidente della Repubblica come figura garante della Costituzione.

Penso che una parte di coloro che in Parlamento hanno votato per la revisione costituzionale non era poi tanto convinta e tantomeno credo lo sia oggi.

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