Il titolo è di Pepecchio.

Ma la canottiera era fina davvero.

E nel libro di Marco Belpoliti, La canottiera di Bossi (Guanda, 2012) c’è il riferimento corretto e preciso, a quella “società stretta” di cui scrisse Leopardi, di quella provincia e di quella comunità ripiegata che è stata la fortuna di Bossi per trenta lunghi anni e che ora costituisce la chiave di lettura della sua fine politica.

La gens, diventata family, perché anche la padania è un po’ un reality (con Gemonio Macondo di un realismo magico almeno quanto il famoso cerchio), è il quadro in cui si è mosso il leghismo, una lega “stretta” a sua volta intorno al suo capo, ai suoi gesti primordiali, ai suoi tratti indiscutibili.

Un’epopea provinciale e provincialista che fa parte della cultura italiana, delle sue particolarità e delle sue ‘pieghe’ che Bossi ha interpretato perché ne era sincero protagonista.

Fino in fondo, fino al cerchio che si stringe troppo, e non può fare altro che chiudersi. Su se stesso.

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