Adesso son tutti preoccupati. Peccato che sia un anno e passa che qualcuno lo dica, che bisogna occuparsi del M5S.

Che si devono capire le ragioni di quel voto, che non sono poi così difficili da capire.

Che bisogna studiare le soluzioni e rinnovare un patto con i cittadini, perché al M5S non è che puoi proporre un'alleanza come faresti con Casini, per dire.

Che c'è da capire che il problema principale è quello della credibilità e della fiducia, non quella del Parlamento, ma di tutti gli altri, che sono il 99%. E passa.

Che è per quello che l'argomento dei costi della politica è così importante, anche se sembra secondario parlare di vitalizi (e invece).

Che ci sono temi che bisogna prendere in considerazione, come il grande argomento dell'ambiente e dell'innovazione, che sembra di stare nel Neolitico, in questo Paese.

Che ci sono giovani per cui, come dice Grillo, quelli là sono già morti, e non è cattiveria, è che fanno l'effetto che faceva Fanfani quando ero piccolo io.

Che ci sono elettori che sono nati dopo il 1994 e che andranno a votare, la prossima volta, e hai voglia a spiegargli un sacco di cose, a questi qui.

Che anche le cose che ci sembrano 'sbagliate', in politica, vanno capite. Come era successo per la Lega, agli inizi, che tutti ridevano e poi avete visto come è andata a finire.

Che il problema nostro è in provincia, dove c'è meno voto di opinione, o forse, meglio, l'opinione si misura in chilometri di distanza dai posti dove si prendono le decisioni.

Che non è un fatto che riguarda solo la distanza dalla politica, ma il tema è quello del «dove vanno a finire i nostri soldi», in tutti i sensi. E chi li controlla. E chi decide, sempre di più, al posto nostro.

Che l'unico a parlare in termini critici delle banche e del sistema finanziario, è stato Grillo, ancor prima di scendere in campo, anzi nel prato di Cesena (perché c'è il pratone di Pontida, e ora c'è anche questo).

Che la cittadinanza è un tema che la politica deve riscoprire. So che è assurdo. Ma la politica non è una professione, ma una disposizione dell'animo. E un'intenzione, soprattutto. E le intenzioni, da noi, sono state così sbagliate, per così tanto tempo, che le persone (non la gente, le persone) non ne possono più.

Che forse è il caso che tutti si guardino questo documentario, commissionato dal vostro affezionatissimo, che ci dice parecchie cose. Per agire di conseguenza. Per una volta. La volta 'buona'.

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