Domani a Cassinetta di Lugagnano succederà una cosa importante, anche se non ne parla (quasi) nessuno.

Un'iniziativa di rilevanza politica nazionale. E non lo dico per far torto a quell'altra, di Firenze, ci mancherebbe.

Lo dico perché si parlerà di consumo di suolo, di tutela del paesaggio, di promozione e dell'agricoltura e del cibo, per tutti e di qualità.

Un messaggio alla politica nazionale, che finora ha fatto poco e male, e un altro all'Expo 2015, perché non sia (paradossalmente) l'Expo del cemento.

Ne abbiamo parlato a Bologna, con molti dei protagonisti di questa battaglia, grazie soprattutto a Paolo Pileri e al suo lavoro straordinario. Ed è una delle nostre campagne principali, che vorremmo attraversassero il Paese.

L'abbiamo chiamata «Terra!», perché è quello che vorremmo vedere, all'orizzonte, quando ci muoviamo per la penisola.

E è «una grande alleanza», di quelle che ci piacciono, come ha scritto oggi Carlo Petrini su Repubblica:
 
«Dopo i campi di sterminio, stiamo assistendo allo sterminio dei campi». Parole di Andrea Zanzotto, il grande poeta che ci ha da poco lasciato all´età di 90 anni. È una citazione famosa, che chi si batte contro il consumo di suolo (Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Alberto Asor Rosa, Luca Mercalli, Luca Martinelli) giustamente conosce e non esita a utilizzare.
 
[…]

Chi legge con attenzione i giornali, i più diffusi o quelli più piccoli locali, sa che i temi della difesa del suolo libero dalla cementificazione e la tutela del paesaggio sono tra quelli che stanno più a cuore ai cittadini. Normalmente gli articoli che ne parlano e che appaiono su queste pagine sono quelli che scatenano più e-mail di commento, ma soprattutto segnalazioni di cittadini che si oppongono alla costruzione di una zona industriale in un´area agricola, alla devastazione di tratti di costa, a piani regolatori scellerati, alla rovina per sempre del profilo di meravigliose colline e valli. Le denunce continuano a migliaia in tutto il Paese, dai casi più eclatanti ai piccolissimi scempi che rosicchiano minime porzioni di suolo fertile. Ora finalmente ci sarà un vero strumento per passare all'azione, entriamo nel vivo rispetto a un tema dove l'hanno sempre fatta da padrone grandi speculatori, poteri forti e l'interesse di pochi contro quelli della collettività.

Eccoci, noi ci siamo. E la politica italiana, vedrete, se ne farà una ragione.

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