Dedicato a daniele,milano commentatore dell’anno di questo blog, che mi richiama alle «cose stesse». Dalle «questioni intestine» passo alle «cose serie». Per inaugurare la rubrica, torno a parlare di un libro che non si può non leggere: La misura dell’anima. Perché le disuguaglianze rendono le società più infelici, Kate Pickett e Richard H. Wilkinson, Feltrinelli. C’è il tema della disuguaglianza, legato al coefficiente di Gini, che è un indice che dovremmo considerare più o meno come il Pil, perché ci informa sulle differenze di reddito all’interno di una società. E le notizie non sono buone. E, invece, una forza di sinistra dovrebbe sempre chiedersi: la misura che sto approvando o l’iniziativa che promuovo, va nella direzione di ridurre questo coefficiente? Perché non siamo messi molto bene, in classifica (se qualcuno trova una classifica in cui siamo messi bene, mi telefoni):

Il nostro Paese – secondo l’OCSE – risulta essere inoltre quello in cui dagli anni ’80 si è osservato l’aumento maggiore del divario tra i redditi da lavoro autonomo e da capitale, che sono diventati il 33% più diseguali (a fronte di un valore medio del 12% tra i Paesi OCSE) anche grazie alla svalutazione della lira e da non adeguate politiche redistributive dello Stato attraverso politiche fiscali.
E noi, saremmo proprio il popolo dei gini (nel senso dell’idiomatico: «sei proprio un gino», che da quest’anno ha un significato in più), perché abbiamo lasciato andare queste

Ecco un bel compito per il 2010.
C’è poi, nel volume, una proposta di particolare interesse, rappresentata dalla partecipazione dei dipendenti alla proprietà e alla gestione delle imprese, in Italia questione discussa solo in misura parziale nei mesi scorsi e che andrebbe più (e meglio) approfondito. Del resto, noi siamo il Paese della cooperazione (nel libro si parla della Corporación Mondragón, ma anche noi abbiamo numerosi esempi in questo senso). E ancora una riflessione sui beni pubblici e sulla possibilità di farvi rientrare, come si faceva un tempo, i beni con costi marginali di produzione prossimi allo zero. E si parla di software, ma anche di farmaceutica, di lotta alla povertà e alla fame. Ci vuole qualcuno che se ne occupi e personalmente mi incarico di rappresentare il popolo dei Gini. E di fare di tutto perché questa diventi una discriminante tra destra e sinistra. A proposito di riforme, per capirci.

In questa fase, è più importante creare la volontà politica di perseguire l’uguaglianza. […] La volontà politica, a sua volta, richiede un ideale di società migliore che sia al tempo stesso possibile da realizzare e motivo di ispirazione.

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