Ripresi i lavori delle commissioni, si è discusso del Programma di Sviluppo Regionale e del DPEFR della Lombardia. Come previsto, i testi non contengono nessuna correzione di rotta, nessun ripensamento critico, nessun accoglimento delle proposte della minoranza, in una mera riproposizione dei concetti-guida della politica formigoniana. Sembra di leggere i documenti di 10 e 5 anni fa, a riprova che in questi anni forse qualcosa di meglio poteva essere fatto. Formule vuote si rincorrono in un insieme acronotopico che prescinde, cioè, dal tempo e dallo spazio, e si allontana sempre di più dalla realtà che sta vivendo la Lombardia. Basti pensare alla formazione professionale: 250 esuberi dichiarati dai principali operatori del settore, che hanno a disposizione un budget sempre più ridotto a causa delle spese folli e gli accreditamenti facili di questi anni. E i documenti di Formigoni cosa dicono? Bisogna "monitorare" o al massimo "rivedere" i criteri. La verità è un’altra: in questi anni si è scelta una politica a senso unico, senza programmare priorità e strategie. Proprio come nei documenti discussi oggi.

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