A colazione, all’Anita Wronski, proprio di fronte alle Torri dell’acqua di Prenzlauer Berg (che è una specie di Zauberberg, nel senso della Montagna incantata), leggevo queste righe di Benjamin e pensavo alla vaccinazione, alla nostalgia e al suo rovescio, che riguarda il sistema politico italiano, nel senso dell’assuefazione e della dipendenza da un veleno da cui non riusciamo più a liberarci (vaccinazione e mitridatizzazione rovesciate, perciò). Ecco Benjamin, da lontano, che pensa a quando stava a Berlino, da bambino. Fatene tesoro.

«Nella mia vita interiore avevo più volte sperimentato come fosse salutare il metodo della vaccinazione; lo seguii anche in questa occasione e intenzionalmente feci emergere in me le immagini – quelle dell’infanzia – che in esilio sono solite risvegliare più intensamente la nostalgia di casa. La sensazione della nostalgia non doveva però imporsi sullo spirito come il vaccino non deve imporsi su un corpo sano. Cercai di contenerla restando fedele non al criterio della causale irrecuperabilità biografica del passato bensì a quella, necessaria, di ordine sociale».

Walter Benjamin, Infanzia berlinese intorno al Millenovecento, Einaudi, Torino 2007, p. 3.

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