Conclude così Ruggero Scotti, mentre l’ispettore Vassalotti, fingendosi cameriere, serve l’ultima birretta alla Limonaia di Villa Torlonia.

Vassalotti è colpito, gli interventi sono sobri e puntuali, il clima è costruttivo, le preoccupazioni serie e argomentate. Anche le critiche, anzi le critiche soprattutto.

Non riesce a seguire tutto perché deve deve portare le bevande ai tavoli, ma questo congresso all’aria aperta di Possibile gli pare una cosa così sana e sincera che un po’ gli dispiace dover portare lo spritz al tavolo 15.

Sente dire: «Gli argomenti di altre forze politiche sono in alcuni casi simili ai nostri. Ma la convinzione no. Puntano subito al compromesso al ribasso. Tutti quanti».

«Non siamo una bolla, se ci crediamo diventiamo una bomba», dice un altro, a mezza voce.

«Essere progressisti non significa fermare gli altri, ma muoversi verso un posto migliore. Sono anni che fermiamo tutti quanti e siamo rimasti fermi noi».

«Si vota Caudo perché abbiamo fatto un percorso coerente con una persona perbene, competente e gran conoscitore della città. Quelli che volevano unire la sinistra hanno presentato settordici candidati».

«Dobbiamo rivolgerci a chi la politica non sa più nemmeno pensarla».

Ecco, scampoli di una riflessione, che Vassalotti annota sul foglietto delle comande. Gli pare buono, come inizio. Vediamo che estate sarà. E se davvero si potrà estendere quella «zona lampone» che sta appassionando parecchi.

Dall’inviato cameriere alla Limonaia è tutto. Alla prossima assemblea all’aria aperta.

[Per aderire a Possibile: www.possibile.com/tessera]

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti