Il nuovo libro di Vittorio Ruben Camillas inizia così. Ed è il modo migliore per ricordare Mirko Zagor Camillas. E la loro storia, raccontata per People.

I Camillas sono nati alla fine del 2004, nei pressi di Natale, a Fano. Dovevano durare solo quella sera lì. E invece poi a gennaio sono arrivati i nomi, Ruben e Zagor, poi sono arrivate altre date e le canzoni e i primi album e Michael e Theodore e poi tutto il resto, di cui si racconta qua. Vittorio Ondedei vi offre il senso del bilico in cui tutto si svolgeva. Un disequilibrio tranquillo. Sempre protèsi verso il mondo e le persone.
Fedele ad una rappresentazione della memoria come festa di neuroni, sottilmente ubriachi, che si rinfacciano l’un l’altro il fatto di avere il vestitino sporco di ricordi (con conseguente passaggio in bagno per darsi una ripulita, facendoci così dimenticare le cose), Vittorio riprende la storia de I Camillas e prova a tenerla in braccio. La guarda nei dettagli, le parla piano all’orecchio per farsi dire i segreti, la culla dolcemente, le offre caramelle e pastina in brodo. È consapevole che tutto questo non funzionerà alla perfezione ed alla fine si troverà fra le mani tante storie, dolci e feroci, che accetteranno di stare qui su queste pagine per un po’, a patto di essere poi liberate e fatte correre per il mondo.
Le vediamo già… si allontanano sorridendo, battendo le mani e saltando come caprette, salvo poi fermarsi, giusto un metro prima di svoltare l’angolo, guardarci dritto negli occhi e dirci con voce sottile: «Non ci saranno più I Camillas, vero?».
Sì. È vero. La loro storia, fatta di giorni che scorrono, fatti di ore e minuti e momenti, di cose che accadono, di scelte, parole, suoni… tante cose che si accumulano e cambiano nel momento stesso in cui succedono, ecco, questa storia non può esserci più. I Camillas hanno sempre cercato di stare nella realtà, comunque essa fosse. E la realtà, con i suoi modi netti, spesso inconcepibili e dolorosi, ha posto fine a questa storia, senza però distruggerne la fertilità e l’energia positiva. La scomparsa di Zagor Camillas è una lama sottile, infilzata a fondo, ma il cui manico continua a luccicare, a riflettere il mondo ed illuminarlo. E quindi, care mie storie, continuate ad essere quello che siete, correte via e ditelo a tutte e tutti cosa sono stati I Camillas e cosa continuano ad essere!»

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