Dopo qualche giorno e qualche editoriale, è venuto il momento di spiegarvi il pesce d’aprile sulla mia candidatura in Regione Lombardia.

Apparentemente era solo uno scherzo e ovviamente non mi candiderò alla Presidenza della Regione.

Ma il “sugo” manzoniano della vicenda è questo: bisogna partire per tempo. E non basta solo un pesce – nemmeno un pesce pilota: ci vogliono tanti pesci, un vero banco, se si vogliono cambiare le cose.

Quanti ne servono? Molti meno di quanto si pensi, ma ne servono parecchi. E essere in tanti non ha solo un valore quantitativo, ha un aspetto qualitativo irrinunciabile. Dopo secoli di retorica contro l’uomo (mai che sia una donna) solo al comando, alla fine ci siamo puntualmente affidati all’uomo solo al comando. Sempre più solo, sempre meno al comando.

Ecco perché ci vuole un banco, che superi le correnti gelide della politica attuale, e si muova con una direzione precisa, partendo per tempo, come nelle lunghe migrazioni.

Quindi pesci (plurale) e d’aprile, certo, ma dell’anno prima. E di quello prima ancora, se ci si riesce.

Per queste ragioni sono ammirato dal lavoro di Possibile. Perché proprio di compagne e di compagni di banco si tratta. E sono partiti ora, per tempo, perché il viaggio è lungo e gli ostacoli, tra balena bianche sempiterne e squaletti del Mar Rosso, il viaggio è tutt’altro che scontato.

Pensateci. E seguiteli.

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