A Roma piove forte e l’ispettore Vassalotti si stringe nel suo impermeabile. Il mistero delle adesioni a Possibile si fa sempre più oscuro, nella sua testa.

Anche ieri, botte di iscritti, a sposare cause evidentemente perse mentre tutti gli altri si accordano per formare il governo Draghi, da Salvini ai banchi della fu sinistra. Ognuno cercando di tirare l’acqua al proprio mulino, anche quando l’acqua è sporca.

Le cause di Possibile non solo sono perse, ma sono pure noiose, perché questi qui, pensa l’ispettore parlano ogni giorno di clima, di Zaki, di questioni economiche e mai di personalità, che almeno un po’ ci si diverte. Gossip? Zero.

Trattano argomenti a cui nessuno fa caso – altro caso nel caso, ironizza Vassalotti – come la questione della cittadinanza alle persone trans.

Insistono su argomenti palesemente impopolari, come la patrimoniale, come se non li spaventassero i tabù di quasi tutti gli altri. Parlano di immigrazione senza paura e anzi continuano a denunciare le oscenità ai confini orientali e in Libia.

E poi la laicità? A chi gliene frega qualcosa della laicità?

I giornali e le tv nemmeno li citano, eppure continuano a far circolare i loro contributi come se fosse pubblicistica clandestina. Inspiegabile.

Vassalotti non è come Coloccini, che si limita a contare e ricontare, a mettere in ordine i suoi dati, a fornire informazioni precise (la crescita rispetto ai giorni dello stesso mese del 2020 è del 1000 per cento, fa sapere in serata). Per Vassalotti è diventata una questione personale, esistenziale.

Anche perché con questi numeri saranno pronti quando si voterà per presentare il proprio simbolo sulla scheda. E tutto si sarebbe aspettato, l’ispettore, di trovarsi nel bel mezzo della Zona lampone, in piena pandemia.

Robe da matti, tirando un calcio forte a una lattina, mentre passeggia per Campo de’ Fiori, mentre mancano molte ore alla chiusura del suo turno. E anche oggi sarà una giornata di consultazioni e adesioni, adesioni e consultazioni. Chissà quando finirà, perché poi prima o poi finirà, no?

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