Il virus attraversa i confini, non se ne cura, addirittura li rovescia, all’interno del nostro paese, alle nostre frontiere.

Abituati a parlare con aggressiva leggerezza della chiusura dei confini, ci ritroviamo a discutere di altri paesi che i confini vogliono chiuderli in faccia a noi. Alla faccia nostra.

I muri, che alcuni evocano quotidianamente, ora li subiamo. E crescono anche tra di noi.

Per iniziare la rassegna delle letture consigliate per questo momento “sospeso”, il testo più indicato è Passeur di Raphaël Krafft (Keller editore). Lo scenario sono le Alpi Marittime, una delle frontiere più note quando si parla di flussi migratori, soprattutto quando si tratta di interromperli.

Krafft soggiorna in quella zona nel 2015, seguendo il tentativo di attraversamento di due giovani uomini sudanesi, attraverso il confine verso la Francia. Krafft si rende presto conto di trovarsi in un luogo carico, sovraccarico di storia. Ci narra di Saint-Martin-Vésubie – «un’oasi di pace, un paradiso, un rifugio inimmaginabile nell’Europa in guerra» per mille ebrei, in fuga dalla persecuzione. Come allora, anche il viaggio attuale non è una gita: «la felicità non è mai gratuita». Si attraversano colli, passi e vette, calpestando «lastre millenarie», che Krafft trova «pulite, patinate» per via del passaggio di pellegrini, di portatori di sale, passatori, di italianissimi migranti economici e, ancora, contrabbandieri, perseguitati, fuggitivi.

Krafft conclude con una frase memorabile: «Noi siamo solo di passaggio».

Il passo in questione è il Colle di Finestra, un nome evocativo, un nome che è un manifesto. Racconta «una storia di fuga e di speranza, da sempre». E di una comunità, che condivide il confine, che nella parola ha il sapore dell’incontro, non della divisione.

Il libro di Krafft ha un’«amicizia stellare» con Camminare. Lungo i confini e oltre di Stefano Catone. Leggerlo in questi giorni ha un significato ulteriore. Se pensiamo che poco più in alto i ghiacci si sciolgono e una minaccia globale già si intravede. E sarà molto più drammatica di quella di oggi. E riguarderà tutti. Senza eccezioni, senza confini.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti