Due anni fa pubblicai un libro che si intitolava Voi sapete. Era dedicato allo scempio che ogni giorno si consuma in Libia, nei campi dove sono detenute migliaia di persone. Seviziate, torturate, stuprate, vendute come schiave. Sulla rotta verso l’Europa. Quella stessa Europa che è complice di quell’orrore.

Allora al governo c’erano quelli ‘buoni’, non il ‘cattivo’ della nostra cronaca politica. E quei ‘buoni’ sono tornati al governo, pochi mesi fa. E non hanno fatto nulla – né allora, né oggi – per contrastare questo crimine contro l’umanità.

Promettono in modo confuso di intervenire, di rivedere, di ridiscutere, e poi il tempo passa, e tutto resta come prima.

Hanno continuato a sostenere, sotto il profilo economico e militare, le milizie che si arricchiscono con questa vera e propria tratta di persone. Ossessionate dal regolamentare l’azione delle Ong, hanno lasciato fare ai libici.

In molti ascoltano la lezione di Liliana Segre sull’indifferenza, senza rendersi conto che sta parlando anche di loro, di chi ha potere e quindi potrebbe fare qualcosa e invece, immancabilmente, preferisce voltarsi dall’altra parte.

Tutto ciò accade al nostro confine, con i nostri soldi, con le responsabilità che derivano dalle nostre politiche.

All’Aja, prima o dopo, qualcuno ve ne chiederà conto. E sarà troppo tardi, perché lo è già, per migliaia di persone. Che ci guarderanno. E ci giudicheranno.

#StopAccordiconlaLibia: continueremo a ripeterlo finché questa vergogna non avrà fine. Finché non emergeranno le responsabilità politiche, anche da questa parte del mare. Finché non cesseranno le sevizie, le torture, i ricatti.

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