Per festeggiare il cambio della guardia al Viminale, tra il ministro delle fake e una figura istituzionale finalmente degna di quella carica, oggi è il caso di riprendere Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo di Francesco Filippi (Bollati Boringhieri).

Il genere è il debunking, la novità è che questo approccio e gli strumenti ad esso collegati siano applicato al passato. E non solo per una ragione storica, comunque urgente, ma per una questione essenzialmente politica. Perché l’ex vicepremier amava e ama riprendere parole, slogan, espressioni, atteggiamenti tipici del fascismo. Non intendo dire che lo faccia astrattamente, lo fa filologicamente. Con citazione diretta e con una sorta di divertita rivendicazione. E con lui molti altri, che pur essendo al di fuori della Costituzione e contro la legge ordinaria, aprono sedi e appendono cartelli in cui le parole del fascismo compaiono nitide, come se fosse normale rimpiangere una dittatura, lo Stato di polizia, l’assenza di democrazia e di libertà, la guerra e la sua retorica devastante, il colonialismo e i crimini che portò con sé, la deportazione e l’abominio che ha rappresentato per tutto il popolo europeo, con gli italiani assoluti protagonisti.

Filippi, introdotto da una bella prefazione di Carlo Greppi, ricostruisce alcuni elementi fondamentali per rimettere le cose al loro posto e offre uno strumento utile per replicare alle chiacchiere dei fascisti eterni, avrebbe detto Eco, che si ripresentano con puntualità e che il precedente ministro e il suo partito continuano a coccolare. Non lasciano indifferenti, queste pagine. E noi indifferenti non dobbiamo rimanere, mai. Perché le parole e le argomentazioni, anche (soprattutto!) nella cornice del bar dello sport, contano e la violenza inizia con loro.

#ilibrideglialtri

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