Claudio Gatti ha scritto un libro importante che a mio parere non ha ancora trovato il riscontro che merita.

Lo pubblica Chiarelettere. Il titolo conviene leggerlo per intero:

I demoni di Salvini. I postnazisti e la Lega. La più clamorosa infiltrazione politica della storia italiana.

Perché tutti pensiamo fin troppo all’«elefante», ma sappiamo troppo poco di lui e della trama politica che ha alle spalle.

Ci fermiamo troppo spesso agli aspetti folcloristici, alla polemica che è lui stesso a innescare e alle sue ripetute provocazioni che servono solo a portare volume nei social e quindi alle urne.

Già Berizzi e altri hanno indagato le relazioni tra Salvini e i neofascisti italiani. L’Espresso ha documentato gli incontri moscoviti di Salvini, gli unici “eventi” che curiosamente non pubblica su Twitter.

Gatti fa un passo più in là, svelando una vera e propria strategia. Non è una sua tesi, non sono sue opinioni, è una storia che si sviluppa negli ultimi vent’anni ed è raccontata dai protagonisti: da chi ha scalato la Lega, un tempo antifascista e poi via via partito di estrema destra. Prima “sotto copertura”, ora dichiaratamente. E i demoni di Salvini sono Putin, Dugin e i postnazisti italiani e non, un giro di persone che fanno parte del suo staff e dei suoi pensatoi (che pensano parecchio, male, ma pensano), tra autoritarismo e plebiscitarismo, integralismo religioso, identitarismo (spesso altrui) e un’influenza politica soverchiante.

Vediamo Pillon, Fontana e tutta la compagine dei leghisti ruspanti, ma sono alcune figure apparentemente minori a contare molto di più.

Imperialista russo prima ancora che sovranista italiano, Salvini si muove come un agente pubblico di una potenza politica straniera, rispetto all’Italia e alla stessa Ue, che mira a decomporre.

Ci siamo molto preoccupati dei troll russi, ma il troll russo, e Gatti lo dimostra con cura e precisione, è proprio lui. Il vicepremier che è il realpremier di questo governo.

Chiedersi se Matteo Salvini sia fascista non è solo un esercizio inutile, è un grave errore. Perché vuol dire cercare quello che non c’è. Il fascismo è finito con Mussolini. Quella che non si è mai spenta è la fiamma culturale e ideologica che lo ha alimentato.

Il suo testo si sposa con un’altra recente pubblicazione, Timothy Snyder, La paura e la ragione (Rizzoli 2018), ed è accompagnato dalla storia della famiglia Levi-Sacerdoti, la famiglia della professoressa di matematica che Salvini ebbe al liceo. Così Gatti intende inquadrare una storia che in Italia abbiamo già conosciuto, solo due generazioni fa. Non dimentichiamolo.

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