Ci vorrebbe il ritorno di quella rubrica de L’almanacco del giorno dopo che si chiamava Domani avvenne. Qualcuno la ricorderà.

Gli esempi fioccano: a destra si attaccano le scelte del passato, peccato che la destra le abbia favorite e soprattutto votate, compreso chi oggi strepita e se la prende con responsabilità altrui. Al centro (la sinistra è un lontano ricordo) si finge di non vedere che chi ha governato ha fatto errori epocali e che oggi sconta gli effetti dell’altrui vittoria – argomento di cui in precedenza si era abusato, perché chi vince non si discute, già.

Come sempre, non sapendo come progettare il futuro ci si preoccupa esclusivamente di azzerare il passato, nella vana speranza che ciò possa consentire una palingenesi. Tutta retorica, mi raccomando. È curioso che ciò accada nel paese più antico del mondo, che diventa nuovissimo a ogni data del calendario.

Ciò si riflette anche nei commenti sui social network, dove la cosa che dispiace di più è l’ignoranza (la quale, com’è noto, non ha mai aiutato nessuno). Non quella di partenza, intendo: dico proprio quella di commentare senza conoscere né ciò che si commenta né chi esprime l’opinione che si commenta.

Nelle ultime ore, intorno alla vicenda Diciotti, alcuni commentatori si chiedono in modo scomposto perché solo ora si parli di Libia come posto insicuro. Chi se n’è occupato si è mosso nel disinteresse della quasi totalità dei commentatori e delle forze politiche per mesi, per anni. E prima che arrivasse qualcuno che ha il deliberato intento di respingerli in Libia, c’era chi in Libia li tratteneva, festeggiando il «trattenimento» e aprendo la strada, spero inconsapevolmente, a ciò che vediamo oggi.

Del fascismo montante e delle espressioni del più becero razzismo oggi si dicono spaventati anche coloro che per anni hanno minimizzato, infastiditi. Dall’antifascismo.

Rispetto alle concessioni autostradali, tutti sono diventati competentissimi in poche ore, ma quando nell’ultima legislatura abbiamo affrontato la questione, in particolare discutendo lo Sblocca Italia, non mi pare vi fosse l’attenzione dell’opinione pubblica o la mobilitazione degli attuali commentatori. Anzi. Interesse zero, anche perché la materia è troppo complessa per costruirci sopra gli slogan. Salvo crolli devastanti.

Delle disuguaglianze e dei problemi materiali nessuno parla più, perché l’unica cosa che conta è trovare qualcosa da rimproverare agli altri, in una sottile forma di alienazione: in un eterno confronto con le debolezze degli avversari, il Paese sembra aver rinunciato al confronto con la realtà. Tutti stentorei nella polemica quanto afoni sulle prospettive. Una situazione che va avanti da tempo, ma che solo oggi è percepita in tutta la sua gravità, anche grazie alla luna di miele e di fiele, soprattutto, che accompagna il neonato governo dei qualunquisti.

La realtà tornerà. E forse, a quel punto, tornerà anche la politica.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti