“Dovete sempre farvi guidare e governare dai fatti”, disse il gentiluomo. “Speriamo di avere tra poco un consiglio di fatti, composto da funzionari di fatti, che impongano al popolo di essere un popolo di fatti. Al bando la parola immaginazione! Non dovete averci a che fare. Nessun oggetto d’uso o di ornamento deve contenere nulla che contraddica i fatti. Nei fatti non si cammina sui fiori e così non dovrete comminare sui fiori di un tappeto; non si vedono uccelli esotici o farfalle appollaiarsi o posarsi sui piatti, quindi non vi sarà consentito di disegnare sul vasellame uccelli e farfalle. Non ci sono quadrupedi che passeggiano su e giù per le pareti, perciò non dovrete avere sulle pareti immagini di quadrupedi. Per tutti questi scopi, dovrete usare combinazioni e varianti (nei colori fondamentali) di figure geometriche che si possono provare e dimostrare. Ecco la nuova scoperta. Ecco il fatto. Ecco il gusto.

Così Chares Dickens scriveva nel 1854. Tempi difficili si chiama il romanzo, se non l’avete ancora letto, fatelo. L’uomo che parla all’epoca veniva definito un utilitarista, cioè uno che il 4 marzo del 2018 probabilmente darebbe un voto utile. Perché per lui non si può, né si deve immaginare niente di diverso da quel che è. Sarebbe dannoso al sistema.

E siccome nei fatti in Italia non c’è una vera politica ambientale, non c’è una politica dell’accoglienza, non c’è progressività fiscale, i lavoratori sono precari e senza diritti, chi sta già bene starà sempre meglio e chi sta male peggio per lui, così tutto dovrà rimanere, di fatto, anche dopo queste elezioni. Il futuro del Paese sarà quindi determinato da combinazioni e varianti geometriche (nei colori fondamentali) che abbiamo già provato e che è già stato dimostrato che non funzionano.

Andrà così a meno che qualcuno, speriamo più gente possibile, non decida di cominciare ad immaginare un paese completamente diverso e dichiari apertamente di non voler diventare un “popolo di fatti” guidato da “un consiglio di fatti”.

Per vivere in tempi un po’ meno difficili, il 4 marzo immaginate un’Italia migliore e diversa. Siate liberi.

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