Con Gianmarco Capogna lo ripetiamo spesso: esistono persone che in tutti questi anni la politica ha puntualmente ignorato. Persone che abbiamo escluso dal dibattito pubblico e, spesso, anche da ogni intervento in ambito di politiche pubbliche e di welfare. Le abbiamo relegate ai margini del discorso pubblico, quasi si trattasse di cittadine e cittadini di serie B. Persone che, per questa volgare ragione, non compaiono nemmeno nei programmi elettorali.

L’obiettivo della prossima campagna elettorale – che è soprattutto culturale e politica – deve essere quello di rimettere al centro le persone, dando una voce e una rappresentanza agli ultimi, a partire dalle persone in transizione, con proposte serie che possano davvero costruire giorni migliori per le persone transessuali. Partendo da una discussione su nuove norme quadro per le persone transessuali a partire dal Ddl 405 depositato nella legislatura che si chiude da Sergio Lo Giudice, per depatologizzare la condizione transessuale senza dimenticare di sostenere quelle persone nel loro percorso di riadattamento del genere.

A questo serve integrare una strategia sanitaria che permetta un accesso più semplice al trattamento ormonale, escludendo, ad esempio, che quelle cure siano inserite nella normativa antidoping.

Non possiamo pensare che esistano persone che vengono private della libertà di autodeterminarsi lasciando che il proprio genere e la propria dignità sia oggetto di decisione vincolante di terzi.

Dobbiamo impegnarci a snellire le procedure di rettifica dei propri dati anagrafici svincolando queste pratiche burocratiche dalla necessità dell’operazione chirurgica, che è estremamente invasiva, non solo a livello fisico ma anche psicologico.

Per questo dobbiamo superare l’attuale normativa, ferma agli anni Ottanta: la nostra identità non è un mero fattore biologico, è la nostra storia, la nostra essenza. Guardiamo ai modelli più avanzati in Europa, per portare avanti questa battaglia di civiltà.

Abbiamo trasformato alcune persone in tabù. Abbiamo alzato muri costruiti su stereotipi e pregiudizi. Ora abbiamo il dovere di distruggere queste barriere per rendere le persone transessuali libere e uguali: libere di essere e di definirsi, uguali in diritti e possibilità.

Il nostro impegno sarà sempre al fianco della comunità T* perché abbiamo scelto l’uguaglianza come motore e faro del nostro impegno politico. Lo ricorderemo a tutte e tutti in questa campagna elettorale e lo faremo soprattutto dopo le elezioni.

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