E così dopo mesi molto, troppo lunghi si è arrivati alla definizione del progetto della lista per la sinistra e per la Repubblica, che unisca tutti i soggetti presenti in Parlamento e che – cosa ancora più importante – si apra alla società. Quella civile, impegnata, e quella che riguarda la vita delle persone, la loro quotidianità.

Ora tutti la danno per scontata, ma credo sia il momento di ringraziare tutti coloro che in questi mesi hanno dato il proprio contributo perché si evitassero inutili polemiche, si cercasse il confronto, si abbassasse il tasso di narcisismo e si assumesse una responsabilità più forte e condivisa, come mi auguravo fin dal mio intervento al Brancaccio e nelle dichiarazioni della scorsa primavera, in cui lanciai l’appello – scherzoso, ma fino a un certo punto – «da Boccia al Che Guevara».

La lista dovremmo chiamarla «finalmente».

A Reggio Emilia, in occasione della prima manifestazione unitaria promossa da Possibile a luglio, dissi, tra l’altro, che «l’ultimo che esce dalla maggioranza è il benvenuto»: ciò che è successo nell’ultimo mese e l’attenzione che sta provocando la scelta del Presidente Grasso mi conferma che non era soltanto una battuta né uno slogan.

Ricordo che mesi fa, parlando con i giornalisti alla Camera, colleghi apprezzati e esperti, molti mi canzonavano per il tentativo di proporre una soluzione comune a partiti che si erano appena scissi, a esponenti che erano ancora in maggioranza, a movimenti in palese conflitto con i partiti e viceversa: il lavoro di questi mesi ha portato a qualche risultato che ora deve riempirsi di senso politico, di una «utopia per realisti», di un messaggio che riguardi le cittadine e i cittadini.

Ora abbiamo finalmente una «cornice», un percorso da condividere e un obiettivo comune. Resto convinto che due aspetti siano fondamentali per completare il «quadro»: il Manifesto e la partecipazione delle persone, la più ampia e inclusiva, che sappia forzare le maglie tremende del Rosatellum, facendo saltare la blindatura del sistema.

Due impegni che assumo nuovamente e che saranno per me la cifra di questa proposta elettorale, ma per me prima di tutto culturale e politica.

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