Giusta paga e giusta causa. Salario minimo legale per «tenere su» la contrattazione, vero contratto unico (con articolo 18), contrasto alle forme di sfruttamento e di cottimo che sono esplose e che sono state «depenalizzate», tra stage e tirocini. Il governo non ha legalizzato la cannabis, ma lo sfruttamento sì. Controlli a tappeto contro il nero.

Tassa sulla casa per chi ha buone condizioni di reddito e revisione dell’imposta di successione per chi è molto benestante, per finanziare il futuro: diritto allo studio e investimenti in istruzione e ricerca. Progressività: l’80% pagherà meno tasse, l’1% qualcosa in più, che non gli cambierà la vita. Niente bonus-lotteria.

Un «grande piano verde» per l’efficienza energetica, per il paese rinnovabile, che sappia affrontare la transizione offrendo centinaia di migliaia di posti di lavoro vero: verde, non nero.

Sanità pubblica e gratuita per tutti, investendo in prevenzione ed educazione sanitaria, puntando alla digitalizzazione del sistema e centralizzando a livello europeo la contrattazione con le case farmaceutiche. Tutte le risorse risparmiate vanno reinvestite nel sistema sanitario nazionale, per garantire il diritto alla cure di tutte e tutti.

Accoglienza rigorosa, obbligo di Sprar, percorsi di integrazione certificati. Una politica europea e una politica estera ispirate alla pace e alla guerra alla fame.

Un Paese laico, in cui finalmente siano cittadine tutte le donne, nei salari, nelle opportunità, nei consumi, in cui ci siano i matrimoni egualitari, le adozioni per tutte e tutti, il biotestamento.

Ci sono tante altre cose, nel nostro Manifesto. Ma queste sono le cose che dice la sinistra, che gli altri non dicono. Anzi. Spesso, tutti insieme, vogliono e fanno il contrario.

Noi partiamo da qui, ci state anche voi?

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