L’uso politico della «sicurezza» e la sua retorica sono diventati una prerogativa del governo e della maggioranza. Il blitz di Milano lo dimostra plasticamente, così come molti commenti di esponenti del partito democratico milanese, che hanno preceduto con il loro entusiasmo e la loro condivisione (anzi, l’auspicio che non ci si fermi qui) le cautele imbarazzate del sindaco.

Secondo Rocco Olita, in tutto questo non si capisce che cosa ci faccia la sinistra, in un perfetto «circolo politicamente vizioso»:

Mezzi blindati, trecento agenti in assetto antisommossa, uomini a cavallo, cani, un elicottero; d’altronde, la guerra ai poveri e agli accattoni in nome del decoro urbano è, per decreto, una prerogativa del Governo. Perché, è il non detto malcelato, se non è la sinistra a cacciare i miserabili accattoni dalle strade, prima o poi arriva la destra a cacciare l’onorevole sinistra dai palazzi. E però, se è per far quello in strada, non capisco cosa ci stia a fare la sinistra in quei palazzi. Infatti, la destra esulta.

In realtà, inconsapevolmente, la sinistra (che a questo punto è difficile anche solo definire tale) facendo così si caccia da sola, prepara il terreno ai propri avversari, carica le batterie di chi le si oppone, crea immaginario favorevole alla destra, lancia messaggi che – anche senza la puntuale presenza di Salvini – favoriscono gli altri soggetti politici in campo.

E quando si perde la misura vincono gli smisurati.

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