Francesco Cancellato ne scrive oggi su Linkiesta, facendosi la più corretta delle domande: non è che a dare addosso in modo ossessivo al M5s gli si fa un favore?

L’anti-berlusconismo ha prodotto vent’anni di dominio berlusconiano. Se tanto ci da tanto, forse gli anti-grillini dovrebbero cambiare strategia: “Lancio un movimento politico che, tanto per cominciare, punta a smuovere un milione di persone. A tirar fuori il furore che c’è in loro. Lo chiameremo «A furor di popolo». Voglio un po’ vedere come potranno ignorarlo. E, soprattutto come potranno censurarlo”, scriveva Beppe Grillo – guarda un po’ – proprio nella postfazione di “Regime”. Forse l’unico vero erede del Cavaliere. L’unico, perlomeno, che ha capito – in tempi non sospetti: era il 2005 – quale fosse l’elisir di lunga vita del berlusconismo: i suoi nemici.

Qualche giorno fa il mitico finto-Osho di Twitter rispondeva così a una scatenata parlamentare del partito del governo: «ma famme capì, t’hanno eletto nelle liste del PD o in quelle Anti 5 stelle? E che cazzo oh».

Ora tutti hanno capito che l’unico modo che ha Renzi per rilanciarsi è presentarsi come «argine» al M5s: infatti, il primo a parlarne ossessivamente è proprio l’ex-premier, qualificandosi sempre in confronto a loro. Del resto, è lo schema degli ultimi tre anni, anni nei quali tutti si doveva risolvere, invece è successo esattamente il contrario.

Continuare con lo specchio riflesso porta a rafforzare i due contendenti, certamente, ma uno più dell’altro. Perché nella gara al rifiuto, vince chi rifiuta più forte. E nelle olimpiadi del vittimismo del dare sempre la colpa agli altri, non può che affermarsi chi sta all’opposizione del sistema. Chi, invece, è ‘sistema’ tanto da presentarsi come «partito del governo» non può certo lamentarsi di essere stato escluso e di essere ‘vittima’ del sistema. È un’altra contraddizione, di cui si nutrono gli avversari. Così come i dissennatori di Harry Potter, ma alla rovescia, perché si nutrono appunto di sentimenti negativi, di rancore, di risentimento, di rifiuto. Di quella rabbia di cui ha parlato Trump, guarda caso.

A leggere i flame sul web, così come a seguire le provocazioni dei dibattiti televisivi, mi pare che si intenda proseguire così, fino alla fine. Senza ascoltare Cancellato. E nessun altro.

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