Del resto come si comunica contro gli hashtag del premier senza passare per gufi o nemici del travolgente cambiamento? Ormai si è giunti ad un passo dall’accusa di disfattismo. Imporre la furba dicotomia che criticare il governo o mostrare le sue forti mancanze sia un modo per fermare le riforme, che invece vogliamo, e per armare il populismo, verso cui nutriamo sempiterna diffidenza, è un modo per anestetizzare tutto, per portare all’autocensura.

Non mi soffermo sulla domanda al centro del pezzo, che Saviano pone con una certa forza. Tra le questioni che individua, mi interessa ancora di più la seconda parte dell’articolo (siamo abituati a leggerlo su Repubblica, lo trovate sul Post) circa il diritto e la legittimità della critica. Come sapete, è questione che ci riguarda da tempo e molto direttamente. A Verona ne parleremo con un ospite eccezionale. E ci torneremo ancora. E ancora.

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