Non c’è che dire: una grande giornata per il Parlamento italiano.

Dopo la vicenda Azzollini (e non è la prima volta), ecco che arriva (anche se nei fatti c’è sempre stato) anche il gruppo di Verdini. Ci sarebbe anche la Rai, con Gasparri superstar, ma quella non è più una novità.

Nella maggioranza è tutto un verdineggiare: chi dice che non vuole stare dalla stessa parte di Verdini, chi ricorda che il Pd già stava con Berlusconi e con Verdini all’inizio della legislatura, chi ricorda il Nazareno con Berlusconi che rientrava dalla finestra dopo essere uscito dalla porta proprio grazie a Verdini, chi precisa che Verdini non entra nel Pd ma dà una mano solo (!) sulle riforme, chi dà del comunista stronzo a un giornalista (che non è né comunista né soprattutto stronzo e a cui va l’ovvia solidarietà di tutti noi), chi parla di ali, con l’ala destra che un po’ prende per il naso chi storce il naso, un po’ rassicura l’ala sinistra che non succederà niente di diverso da prima. L’importante è che l’ala destra non sappia quello che fa l’ala sinistra. E viceversa (soprattutto).

In una parola, “Denis”, come quel dopobarba che ha una qualche assonanza nel nome: per maggioranze che non devono chiedere mai. Meglio non chiedere, in effetti.

P.S.: invece, come ha notato il deputato Bianconi, stranamente nessuno a destra ha nulla da dire e da commentare. Uno strano silenzio che fa pensare che Berlusconi non l’abbia poi presa così male. Diciamo che, al solito, diversifica. Un po’ di lotta, un po’ di governo.

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