Thomas Castangia ha scritto una lettera aperta, inviata al maggior quotidiano della Sardegna e rivolta al mondo politico sardo (ma vale per tutti), sulla possibilità di sostenere la nostra campagna referendaria contro le trivelle (per sintetizzare).

Caro Direttore,

con il decreto Sblocca Italia il governo di Matteo Renzi vuole rendere più facile estrarre idrocarburi nei giacimenti presenti sul territorio nazionale ed in particolare quelli marini che interesserebbero il mare e le coste della Sardegna.

Con il decreto Sblocca Italia si vuole mettere in pericolo il nostro territorio,il paesaggio,i nostri mari senza alcun beneficio ma pregiudicando un altra idea di sviluppo basato sul turismo,la bellezza,la cultura, l’innovazione e l’agricoltura.

Siamo molto preoccupati per il nostro territorio e per le scelte scellerate compiute dal governo e subite dalle Regioni ed in particolare dalla Sardegna in campo ambientale.

Lo Sblocca Italia riconosce il “carattere di interesse nazionale strategico e costituiscono una priorità a carattere nazionale e sono di pubblica utilità, nonché indifferibili e urgenti”.

Pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità del petrolio? E l’indifferibilità della lotta alla corruzione? Alla mafia? Alle bonifiche dei territori malati? E l’indifferibilità del rilancio del turismo che ci vede crollare in tutte le statistiche? Alle rinnovabili? Alla ricerca? Alla difesa del territorio?

Lo Sblocca Italia prevede che tutte le norme che difendono paesaggio e ambiente possano essere scavalcate per opere di stoccaggio e trivellazione. E se la terra è privata ed appartiene a qualcuno che non la vuole vendere perché non gliene importa niente della pubblica utilità petrolifera? Nessun problema, c’e’ l’esproprio!

Lo Sblocca Italia prevede il “titolo concessorio unico” con cui sarà sufficiente una sola domanda per eseguire ricerche e sondaggi prima e trivellazioni permanenti dopo. Adesso ci vogliono almeno due permessi distinti. Lo Sblocca Italia cambia tutto questo in nome della semplicità. E che importa se fra i due eventi sono passati anni e magari le realtà territoriali sono cambiate? Interessante anche che se i progetti petroliferi comportano una “variazione degli strumenti urbanistici, il rilascio dell’autorizzazione ha effetto di variante urbanistica“. L’autostrada autorizzativa dunque.

È evidente che questo non può essere costruttivo, perché centralizzando le decisioni zittisci le comunità a livello locale e impoverisci la democrazia.

Probabilmente chi oggi governa è infastidito che in questi anni la gente abbia imparato a protestare e a far sentire la propria voce e quindi si decide semplicemente di uccidere la partecipazione popolare.

Noi vorremmo ripartire da qui, dai cittadini della nostra regione e da uno strumento che restituisce loro la parola ed il diritto di scelta. Proponiamo un referendum che abroga l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia per Ricondurre nell’ambito di procedure ordinarie la attività di trivellazione e dunque sottoporle ai controlli della regione ed alle normali procedure di verifica e controllo. Su questo lanciamo una sfida aperta a tutte le forze politiche e sociali interessate,al Presidente Pigliaru, al Segretario Regionale del maggior partito di governo Renato Soru, alla candidata alla Presidenza della Regione Michela Murgia che sul tema aveva speso parole chiare, agli attivisti del M5S che da sempre sono sensibili alla difesa dell’ambiente e del paesaggio. Crediamo si possa vincere questa battaglia, costruendo un consenso insieme ai movimenti che in questi anni spesso in solitudine si sono opposti ad un modello di sviluppo lontano dalle direttive UE e dalle esigenze della nostra Regione.

Vi proponiamo un percorso alla pari, senza primogeniture dove i protagonisti siano i cittadini Sardi che riconquistano il diritto di dire la loro e di bloccare questa legge che rischia di compromettere definitivamente il nostro territorio.

Possibile – GreenItalia

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