Tanti anni fa alle prese con un piccolo movimento politico locale proposi la soluzione fra Galdino. Non ero tanto normale nemmeno allora. La soluzione fra Galdino ripartiva da un celebre passo dei Promessi sposi: «Noi siamo come il mare, che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire a tutti i fiumi».

Ora ho trovato un bel libro, intitolato Società o barbarie. Il risveglio della politica tra responsabilità e valori pubblicato dal Saggiatore e firmato da Pierfranco Pellizzetti, nel quale, oltre a una visione nella quale mi riconosco in pieno rispetto alla ‘vocazione’ della politica, è delineato un progetto di organizzazione di un movimento/partito del futuro che è molto simile a quanto stiamo elaborando per Possibile, come proposta a chi vuole provare a rappresentare quell’elettorato che «manca» (e manca soprattutto a manca).

Hub and spoke, dice Pellizzetti. Nella mia traduzione, un centro promotore e propulsore che diffonda cultura politica, che indichi obiettivi, che li sappia diffondere – anche grazie a un’estensione di una nuova consapevolezza – e che nello stesso tempo riceva stimoli a cui reagire dalla rete presente città per città, quartiere per quartiere, da soggetti politici e sociali, da singole esperienze o da progetti collettivi. In una circolarità critica e dialettica, insomma democratica, che si traduca immediatamente in partecipazione. Di più, in mobilitazione.

Pellizzetti pensa a Podemos, certamente, ma credo che la questione valga anche per la sfida che hanno lanciato i giovani curdi, che non sono una corrente del Pd, ma gli elettori che hanno seguito la campagna di Selahattin Demirtaş e la sua capacità di collegare minoranze diverse per una complessiva battaglia per la democrazia e la rappresentanza. Di cui abbiamo bisogno anche noi.

Una politica che fa cadere le pareti del Palazzo, molto lontana da House of Cards (nel nostro caso come sapete le carte sono tre) e piuttosto vicina – se proprio dobbiamo citare una serie tv (perché se non citi una serie tv non sei nessuno) – alla cultura politica e civile di chi dirige il telegiornale di Newsroom.

Il filo rosso indicato in quella serie è un richiamo donchisciottesco, che qualcuno potrebbe considerare banalmente con la famosa frase del «combattere contro i mulini a vento», oppure approfondire un po’, per scoprire che scopo dichiarato dell’opera di Cervantes è proprio quello di mettere in discussione le retoriche enfatiche di altri, che spacciano per epopee cose che non lo sono.

Per riportare le cose alla loro misura, alle loro giuste proporzioni, per dare un racconto diverso, informato, di ciò che accade, di coinvolgere i cittadini attraverso quella consapevolezza che già declinavo qui sopra.

In questo senso, Possibile non sarà autosufficiente, ma immediatamente aperto al contributo di chi si vuole mettere in relazione, non in modo burocratico, ma appunto politico e democratico.

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