Leggo con qualche ritardo che Raffaella Paita, la candidata più polemica (a vanvera) del mondo, attacca me e Luca Pastorino sugli ecoreati, perché dice che non ci interessa la legge.

Ho già spiegato che nel secondo passaggio alla Camera ho votato gli articoli della legge ma non ho dato il voto finale per esprimere un disagio politico. Era infatti stata cambiata quella famosa «virgola» che non doveva esserlo: con Pastorino avevamo partecipato alla campagna delle associazioni ambientaliste perché il testo non fosse toccato e non si dovesse tornare in Senato ancora una volta. E invece così non è stato.

Quindi, non è affatto vero che non mi interessano gli ecoreati, come ha scritto in uno dei suoi soliti comunicati pieni di malizie e di bugie: male informata, non sa nemmeno che abbiamo dedicato una giornata alla legalità (Il giorno legale), al centro della quale si è parlato proprio degli ecoreati, con Annalisa Corrado, poco più di un mese fa.

Mi pare, oltretutto, una leggerezza da parte sua: la vicenda di Vado Ligure dimostra che gli ecoreati sono un problema anche per la sua regione e mi pare che il caso riguardi anche le responsabilità della classe politica che la governa. Non parlo degli aspetti giudiziari della questione (che pure vi sono e sono gravi), parlo del senso politico della vicenda: la Liguria ha oltretutto un sacco di problemi con l’ambiente che pare nessuno sia stato in grado di risolvere.

A Bogliasco Pastorino ha portato la raccolta differenziata al 67%, mentre la media regionale è bassissima.

Il ciclo dei rifiuti è molto arretrato.

Il dissesto idrogeologico una priorità di ogni campagna elettorale che vale anche per la prossima.

La politica urbanistica salutata da idee geniali come uno dei peggiori piani casi d’Italia (ne parlai quando fu approvato, il Pd locale mi attaccò – attaccò anche Serracchiani, ora sostenitrice di Paita – e poi andarono avanti lo stesso).

Ecco, parliamone.

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