Quando mesi fa dicevo: così non si regge, non ha senso drammatizzare ogni giorno, è sbagliato annichilire il pluralismo, pericoloso fare la caricatura di tutti quanti hanno qualcosa di diverso da dire, mi guardavano strano, mi davano dello scissionista, non capivano perché dicessi certe cose.

Ieri, in una posizione assolutamente defilata (quello che avevo da dire lo avevo già detto e ho già detto cosa farò con il voto in aula, l’unico che conta davvero) ho assistito a una riunione in cui i mediatori hanno rassegnato il mandato che ormai ritengono impossibile, le minoranze sono uscite dall’aula o comunque non hanno votato, i toni sono stati pesantissimi. Inutilmente pesantissimi, gli stessi che hanno accompagnato questa stagione politica fin dall’inizio.

Come sa chi legge questo blog e non i retroscena dei giornali, tutta questa storia ha delle ragioni precise e c’è qualcuno che l’ha voluta proprio così, che ha scelto una precisa strategia politica.

Personalmente ho segnalato i rischi di un partito che si spacca, che rinuncia a rappresentare un pezzo di se stesso, che ogni volta si ‘rompe’ un po’ di più.

Lo vedo solo io questo scivolamento, preoccupa solo me questa metamorfosi? Non credo, sicuramente non più.

Date la colpa a chi volete, anche a chi ha denunciato questa situazione fin dalla primavera di due anni fa, quando abbiamo iniziato ad assumere consistenti dosi di veleno. Anche a chi, pur potendolo fare, si è astenuto dal chiedere posizioni di governo e ruoli di potere, proprio perché c’era e c’è qualcosa che non va e che si fa fatica a sistemare.

Date la colpa a chi volete, ma pensateci su. È già molto, troppo tardi.

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