Il capogruppo del Pd sabato ha parlato di Maurizio Landini e delle sue «urla» in tv.

Ora, a parte che a volte viene da urlare anche dall’altra parte dello schermo, dal divano di casa, ci si chiede come possa una persona che si definisce di sinistra non avere alcuna curiosità per quello che sta facendo Landini.

Come ho detto, la separazione tra sinistra sociale e politica mi sembra politicistica proprio nel momento in cui dichiara di non volerlo essere. E ha una certa venatura antipolitica, che ha già numerosi campioni in Parlamento e fuori (anche al governo, peraltro).

E anche vero che non si conoscono i dettagli del progetto, né le sue finalità sono state dichiarate.

Ma alla notizia di uno schieramento di forze sociali (che stanno già operando in questo senso) che si propone di contrastare la povertà, la corruzione, le disuguaglianze, una persona del campo progressista dovrebbe metterlo tra i preferiti, non attaccarlo al primo convegno utile. Anche perché è un po’ difficile potersi permettere giudizi sprezzanti dopo avere votato senza fare una piega il Jobs Act, lo Sblocca Italia, le riforme costituzionali, la legge elettorale, ecc.

Certo, alla sinistra serve una prospettiva di governo, e come sapete ciò rappresenta il mio unico impegno da mesi e mesi, fatto di relazioni ma soprattutto di contenuti. E serve un campo non minoritario nel quale esercitarsi.

Se si pensa che il Pd attuale risponda a queste domande, si può benissimo stare sereni. Se si pensa di no, come pare oggettivo, forse è il caso di confrontarsi. E di discutere.

Scopro per esempio che il reddito di cittadinanza (che non è un reddito di cittadinanza, ma un reddito minimo) ora lo vogliono tutti.

Fa piacerissimo: quindi rispondiamo a don Ciotti che lo facciamo in cento giorni davvero, come chiede? Nel caso, mercoledì presentiamo una proposta precisa in questo senso.

Chi è interessato, può partecipare.

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