Se volete seguire corsi e ricorsi della storia politica della Repubblica italiana, il libro di Marco Damilano, La Repubblica del selfie, appena uscito per i tipi di Rizzoli, fa al caso vostro.

In particolare, vale la pena di leggere insieme pagina 225:

Il potere di Renzi è trasformista. Ma di un trasformismo diverso dal passato. È il trasformismo la via italiana alla politica, scriveva Giulio Bollati, «il pragmatismo che si pone sfacciatamente come giustificazione di se stesso. Distanza tra i propositi dichiarati e i comportamenti effettivi, abilità nel fare propri i temi dell’avversario per svuotarli di contenuto, contrasti in publico e accordi in corridoio. Il trasformismo è apparenza, spettacolo, indifferenza al merito delle questioni. Il suo scopo è il potere in quanto tale». Renzi non fa eccezione in questo, anzi. Ma, al contrario del trasformista classico, che cambia posizione politica e sistema di alleanze al mutare delle stagioni con l’obiettivo di restare a galla, lui resta immobile, aspetta che a cambiare siano gli altri.

La citazione di Bollati è presa da L’italiano, 1983. Tutto il resto lo trovate in libreria.

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