Mi scrive Carlo Vezzini, sindaco di Sesto ed Uniti e presidente della Provincia di Cremona.

Il futuro delle Province, tra tagli ed incertezza di funzioni

La riforma avviata con la Legge 56/2014 “Delrio” se da un lato ha avuto come immediato effetto il risparmio della spesa di gestione per la “parte politica” (Presidente, Giunta e Consiglio), ma dall’altro ha sortito un effetto domino su decisioni istituzionali e scelte politiche contrastanti.

La legge 23 dicembre 2014 n. 190 (“Legge di stabilità 2015”) ha poi confermato i tagli preventivati pari a 1 miliardo di euro per 2015, due per il 2016 e tre per il 2017 ponendo, nell’attuale crisi economica, in difficoltà le stesse Province, in una situazione di pre-default.

Uguale incertezza va ad interessare il personale da ricollocare nella misura del 50%: in sede di Osservatorio nazionale e con le “Linee guida del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie in materia di attuazione delle disposizioni in materia di personale e di altri profili connessi al riordino delle funzioni delle province e delle città metropolitane. Articolo 1, commi da 418 a 430, della legge 23 dicembre 2014, n. 190” vengono introdotti alcuni chiarimenti, anche per evitare atti non coerenti con il processo in corso. (bandi di mobilità che non tengano conto nella PA delle domande provenienti dalle Province)

Tale sopracitata “circolare Madia” tentando di fare da mediazione tra la Legge Delrio e La Legge di Stabilità, presenta un calendario molto serrato che impone alle stesse province di prevedere entro marzo 2015:

• l’articolazione della dotazione organica del personale per lo svolgimento delle funzioni fondamentali degli enti di area vasta
• l’elenco del personale che rimane assegnato all’ente di area vasta per l’esercizio delle funzioni fondamentali
• l’elenco del personale distinto in relazione alle diverse procedure di mobilità di cui potrà essere destinatario
• oltre al trasferimento del personale degli enti di area vasta alle regioni per le funzioni che, anteriormente alla legge 56/2014, erano nella titolarità delle regioni ed erano state delegate ai predetti enti con relativi trasferimenti finanziari.

Ora se ciò pare anche complesso sul fronte nazionale, dove ancora non si hanno certezze sui criteri della mobilità del personale da dichiararsi in esubero pari al 50% delle unità lavorative e della sua ricollocabilità (quali enti ed agenzie dello stato ad oggi, nero su bianco, hanno espresso le necessità a livello locale declinandole in numero di unità e profili richiesti?) sul fronte regionale la complessità e incertezza è totale:

all’interno dello stesso Osservatorio non vengono date indicazioni chiare sulle volontà da parte della stessa Regione in merito a quali funzioni intende ad oggi riprendersi, sulla tempistica e sulle relative modalità.

Le Province non sono in grado di esercitare neanche le funzioni fondamentali e si profilano diverse situazioni di pre-dissesto finanziario.

L’esercizio delle funzioni diverse da quelle fondamentali entrano in crisi con gravi ripercussioni di carattere sociale ed economico. Si tratta infatti di servizi importanti quali l’assistenza ai disabili, ai non vedenti e ai sordomuti, il diritto allo studio, la formazione professionale, le politiche del lavoro, i centri per l’impiego, le biblioteche, la cultura, il turismo, i servizi per l’agricoltura, le attività produttive ed altri ancora che restano in gran parte privi di finanziamento in una situazione definita dall'Unione delle Province d'Italia di "emergenza sociale".

La Regione procede per stralci (progetto di legge per la Polizia locale e per il turismo) senza un quadro unitario delle azioni e scelte per il personale da ricollocare nelle proprie piante organiche.

Certamente viene espressa e ribadita la volontà di far ricadere sulle Province i tagli alle risorse regionali, mettendo le province in una situazione di stallo tra Stato e Regioni.

Questo atteggiamento di regione Lombardia, al di là di qualche sparuto slogan elettoralistico di consiglieri di maggioranza, non si ritiene assolutamente un modus operandi a favore del ricollocamento del personale, ma piuttosto una presa di posizione politica di convinto ostracismo alle piena e compiuta applicazione della riforma Delrio.

Ma il quesito è:

Come facciamo a definire le nostre piante organiche se non sappiamo quali funzioni e quanto personale prende la Regione?

Altro motivo di preoccupazione è la proposta di taglio alle fiscalizzate che penalizzano l’esercizio di funzioni della Provincia; peraltro senza discutere che per Legge, la Regione deve prima riprendersi in carico le funzioni delegate. In particolare va citato il comma 422 comma a) pag. 13 della circolare Madia in cui “Qualora la Regione, sulla base del precedente assetto, avesse delegato alla provincia l’esercizio di funzioni con connesso trasferimento di risorse finanziarie (…) a copertura degli oneri di personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato e/o determinato con la provincia, lo stesso personale è trasferito alla regione con relative risorse corrispondenti all’ammontare dei precedenti trasferimenti (…). Al seguente comma b) Nei diversi casi da quelli sopra descritti ossia nelle ipotesi in cui la Regione in base al precedente assetto non avesse delegato l’esercizio di funzioni alla Provincia il personale è trasferito presso la Regione con ampliamento, ove necessario, della dotazione organica, a valere sulle risorse destinate alle assunzioni, secondo la disciplina prevista dal comma 424.(…) Sono esclusi dai predetti elenchi, in quanto interessati a percorsi diversi, i dipendenti che:

– svolgono compiti di Polizia Provinciale. Per questo personale saranno definiti specifici percorsi di ricollocazione a valle degli interventi di razionalizzazione e potenziamento dell’efficacia delle funzioni di polizia, anche in funzione di una migliore cooperazione sul territorio, garantendo in ogni caso la neutralità finanziaria.
– Svolgono le funzioni presso i centri per l’impiego. Il personale sarà ricollocato in sede di attuazione del riordino delle funzioni in materia di servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro
– Saranno ricollocati a riposo entro il 31 dicembre 2016.

Sempre sul fronte del personale la suddetta circolare Madia al comma 427, “nelle more della conclusione delle procedure di mobilità di cui ai commi da 421 a 428, il relativo personale rimane in servizio presso le città metropolitane e le province con possibilità di avvalimento da parte delle regioni e degli enti locali attraverso apposite convenzioni che tengano conto del riordino delle funzioni e con oneri a carico dell’ente utilizzatore. (…) A conclusione del processo di ricollocazione di cui ai commi 421 e 425, le regioni e i comuni, in caso di delega o di altre forme, anche convenzionali, di affidamento di funzioni agli enti di cui al comma 421 o ad altri enti locali, dispongono contestualmente l’assegnazione del relativo personale con oneri a carico dell’ente delegante o affidante, previa convenzione con gli enti destinatari”.

Inoltre rispetto al TPL, all’ambiente, al turismo, alla cultura cosa intende fare la Regione?

Inoltre, ad oggi non siamo in grado di definire un bilancio se non vien la certezza della rinegoziazione dei mutui.

Per non parlare poi della formazione professionale.
Nel caso di agenzie che non sono in grado di competere con i privati per l’elevato costo-lavoro e per le complesse procedure burocratiche che le assilla, ci troveremmo in una possibile condizione di pagare i debiti che queste stesse potrebbero affrontare rispetto, appunto, a realtà private di formazione professionale, per certi versi più avvantaggiate ed in condizioni operative più snelle da punto di vista procedurale (acquisti, servizi, forniture, etc.)

La regione Lombardia deve fare un passo avanti inevitabilmente, ampliando le piante organiche come prevede la legge, ed assorbendo i tagli di personale che dovremo fare; giocare al rimpiatto come sta facendo ci porta al totale default.
Quindi risulta fondamentale chiarire che l’unica ipotesi percorribile, visto che siamo già a febbraio, è che Regione Lombardia si riprenda le funzioni a suo tempo delegate/conferite con il trasferimento dei dipendenti.
Concordata questa fase, RL e UPL potranno eventualmente confrontarsi su una timeline della procedura di reinternalizzazione delle funzioni non fondamentali sulla base di un quadro chiaro delle risorse finanziare a disposizione. Questo permetterà alle provincie di avere un panorama completo sul tema del personale, questione assolutamente prioritaria.

Carlo Angelo Vezzini, presidente della Provincia di Cremona

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