A votare contro o a astenerci sulla riforma della Costituzione, nella votazione degli emendamenti. Poi ieri Stefano Fassina non ha partecipato alle votazioni. Oggi Francesco Boccia dice così:

Se a marzo, al momento del voto finale sulle riforme, si dovesse ripetere l’assenza di tutte le opposizioni, la minoranza del Pd non prenderebbe parte al voto stesso.

E mancano ancora una ventina di giorni…

P.S.: leggo che un collega del M5s scrive così: “Sono tanti quelli che in privato contestano i comportamenti del premier ma poi non hanno il coraggio di uscire dall’aula. Hanno paura di perdere le poltrone”. Come Gianni Cuperlo e Pippo Civati che “hanno detto solo ‘ni’ perché non hanno il coraggio, da grandi vogliono fare i sottosegretari, i ministri”. Se il collega fosse più attento, scoprirebbe che ho votato più volte contro questa riforma, presentando emendamenti e esprimendo il mio dissenso con il voto in aula e uscendo ieri quando è stato chiaro che il Pd aveva deciso di proseguire senza fare una piega. Peraltro, la stessa cosa avevo fatto sul Jobs Act e lo Sblocca Italia, votando contro.

Su una cosa ha ragione, però: le poltrone, votando in questo modo, non arrivano di sicuro.

Per tutto il resto, certa disinformazione non aiuta e non è corretta.

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