Dopo i titoloni dei giornali di oggi, il premier dice che il decreto è bloccato (cogliendo l’occasione di attaccare tutti quelli che ne hanno denunciato le cose vergognose che conteneva, all’insegna del solito rovesciamento della realtà). Ora, se il premier non ne sapeva nulla, se il Mef dice di non averlo visto, se il ministro della Giustizia ha espresso le perplessità che si leggono sulla stampa, chi ha portato quel testo al Consiglio dei ministri?

Un’idea ce l’ho: il decreto, conoscendo l’Italia, si è scritto da solo, a insaputa di tutti, secondo la migliore tradizione politica degli ultimi anni, fotografando così la realtà e la responsabilità delle classi dirigenti di questo povero Paese.

Che possa riguardare Berlusconi è solo un caso, ovviamente.

Lucrezia Ricchiuti commenta così:

Apprendiamo oggi che il decreto legislativo che renderebbe operativa la delega fiscale, sarebbe in realtà l’attuazione di una delle clausole inespresse del Patto del Nazareno, la cosiddetta clausola di non punibilità. Vista la biografia di uno dei contraenti, saremmo tentati di non sorprenderci. Ma l’art. 19-bis supera la fantasia. C’è scritto che fino al tre per cento del tributo dovuto non c’e’ mai un reato, bensì soltanto una sanzione amministrativa raddoppiata; quindi il giudice non deve metterci più bocca. In altre parole si legalizza un’area di illecito tributario immune, di crimine consentito. E come se non bastasse, l’ambito non è neppure uguale per tutti ma cresce al crescere della ricchezza detenuta; in pratica la legge del Nazareno ci dice che piu’ sei ricco e più puoi evadere. Un simile livello di sfregio alla dignità delle persone oneste, neanche sotto il Berlusconi triumphans si era mai visto. E il Fiscal compact? Quello per cui tutti stiamo facendo enormi sacrifici? Tagli a scuola e università, ascia bipenne su regioni e comuni per eliminare sprechi ma al tempo stesso anche i servizi essenziali, umiliati davanti alla facoltà di evasione così sfacciatamente offerta a chi il vizietto di evadere non se l’è mai tolto. Per non parlare delle 150 crisi aziendali, i cui tavoli sono aperti al ministero dello sviluppo economico e sui quali il governo non riesce a mettere un euro per mancanza di fondi. E poi il Mef che dice? L’occhiuta Ragioneria dello Stato non ha niente da dire su milioni e milioni che s’aspettava d’incassare dai processi in corso e che ora, senza la deterrenza penale, sarà ben più difficile intascare effettivamente? La morale è che i cittadini normali devono continuare a tirare la cinghia mentre Lorsignori possono continuare ad arricchirsi illecitamente Renzi ha affermato che la riforma della seconda parte della Costituzione è una priorità. Ci pare che abbia in realtà già cominciato a stracciare la prima, che contiene l’uguaglianza e il concorso di tutti alla spesa (e al risparmio) pubblico.

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